giovedì 22 gennaio 2009

Egregio Signor sindaco di Verona Flavio Tosi,mi sto sempre più accorgendo che i miei figli Marco e Andrea (deceduti) e Alberto reso handicappato a vita, sono stati e sono tutt'ora "VERI MARTIRI" di questa Verona "omertosa". A suo tempo, non sono stati volutamente e adeguatamente curati e sono stati lasciati morire nell'indifferenza più assoluta: solo Alberto è sopravvissuto a questa, ritengo, voluta "strage d'innocenti".Oggi, a distanza di anni, dopo la legittima e sacrosanta battaglia compiuta per salvare non solo mio figlio Alberto, che ho strappato dalle mani di una pseudo-scienza che lo voleva eliminare, ma anche altre innumerevoli vite umane da una strage di Stato perpetrata continuamente con mezzi preminentemente coercitivi, cosa accade? Marco, Andrea, e Alberto vengono "nuovamente uccisi" da questa crudele e scettica città che vuole cancellare anche il loro eventuale futuro "ricordo".Lei, come primo cittadino di questa città, non può restare a guardare il gioco pilatesco di chi vorrebbe negare questo minimo ma doveroso atto di riconoscimento dovuto ai miei figlioli. Questa è da sempre, purtroppo per me e per i miei figli, la realtà della società veronese, basata solo su assurdi e disumani compromessi quando non su taciti e collusi silenzi. Con cui ho dovuto continuamente scontrarmi.

Certo è doveroso ricordare il crimine compiuto da una "ciurma d'irresponsabili" su quel povero ragazzo a Porta Leona, dove la targa che ne ricorda il gesto è stata già posta, ma non sarebbe altrettanto doveroso da parte di una cittadinanza onesta, guidata dal suo Primo Cittadino, ricordare anche il triplice "crimine di Stato" compiuto nei confronti delle mie creature?
Certo può essere più difficile. Capisco anche che, molte altre inusuali battaglie sono inserite nella sua agenda di lavoro, per rendere più “pulita” la città, come ben sappiamo dai mezzi di informazione. Ma non sarebbe doveroso anche proteggere questa nostra città da quell'omertosa e crudele "loggia" in cui io mi sono imbattuto e che continua indisturbata nel suo intento criminoso senza nemmeno curarsi di ciò che sta compiendo, forse producendo altre "vittime innocenti" tra i figli di cittadini purtroppo distratti o disinteressati fino al compimento della tragedia?
Uno dei suoi principali doveri come sindaco è anche quello di tutelare la salute dei suoi cittadini, ma con quale coscienza potrà dire di aver compiuto questo suo preciso dovere se, come sta ancora avvenendo, nonostante sia stata tolta l'obbligatorietà della pratica vaccinale nella nostra regione, si lasciano i novelli genitori allo sbaraglio, privi della ben che minima adeguata informazione sui pericoli e sugli eventuali "irreversibili danni" che la prassi vaccinale può sicuramente provocare usata così senza nessuna cautela o prevenzione.Ho saputo anche che, riguardo l'intitolazione della via o piazza di Verona ai miei figli, il Comune ha chiesto il parere alla Prefettura che, a sua volta, ha chiesto parere al ministero della Salute, inviando richiesta scritta al sottosegretario Francesca Martini. Ma, dico, mi si vuole proprio prendere in giro? In questa città non esiste più né il rispetto per chi ancora soffre né il rispetto per quelli che sono morti?Caro signor Sindaco, non le ho scritto solo per uno sfogo di padre che, a causa delle vaccinazioni, ha purtroppo visto morire due sue creature ed un terzo lottare da anni per sopravvivere a tutta questa disumana indifferenza.
Voglio fare appello alla sua interiorità, poiché se le cose in questo ambito non cambieranno, molte altre targhe intitolate alle "vittime vaccinali" dovranno in futuro essere inaugurate e queste eventuali ulteriori tragedie potrebbero, da Questa crudele e scettica città, essere addebitate anche alla sua "coscienza".Con stima e rispetto.
Giorgio & Alberto Tremante

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